mercoledì 6 gennaio 2010

Babele nella Mia Mente...

"Una meta si proponeva Siddharta: diventare vuoto, vuoto di sete, vuoto di desideri, vuoto di sogni, vuoto di gioia e di dolore. Morire a se stesso, non essere più lui, trovare la pace del cuore svuotato, nella spersonalizzazione del pensiero rimanere aperto al miracolo, questa era la sua meta."
Qual'è la mia meta?
E non parlo di meta tangibile, concreta.
Nulla di pragmatico.
Parlo di me stessa... Così determinata e risoluta nei miei ideali di ingenua sognatrice.
Le illusioni dove mi porteranno? E' un cibo che attenua la fame, fame di sicurezza e stabilità, ma non placa realmente quel senso di incompletezza, quel desiderio di assolutezza che ormai irrompe prepotentemente dentro me.
Si rivela esser null'altro che un continuo inganno, un seducente e spietato miraggio.
Ti senti sospeso nel vuoto, ti aggrappi fiducioso all'unico appiglio che hai, lo stringi con forza, ti ci avvinghi quasi rabbiosamente.
E poi confusione e smarrimento.
Un incomprensibile senso di vertigine.
Stai scivolando impotente, puoi solo lasciarti cadere sperando di riuscire ad attutire il colpo.
"Diventare vuoto, vuoto di sete, vuoto di desideri, vuoto di sogni, vuoto di gioia e di dolore."
E' a questo che effettivamente aspiro?
Se non mi conoscessi abbastanza bene risponderei di sì...
Con estrema relatività e volubilità posso affermare di esser disposta ad accontentarmi di qualcosa di meno del "morire a se stesso"...
Dovrò semplicemente imparare a non vivere di soli sogni oppure finirò per esser vittima del mio stesso crimine.






Nessun commento:

Posta un commento