venerdì 8 gennaio 2010

Frammenti

Una vecchia foto dai contorni sbiaditi.
Sento il tuo sguardo posarsi su di me.
I tuoi occhi mi sorridono.
Cosa mi vuoi dire?
Ti stai prendendo gioco di me?
Mi stai rimproverando?
Li vedo brillare.
Non è commozione, non è emozione.
E' malinconia, turbamento, rancore, forse odio.
Brillano di una luce che si sta affievolendo lenta ed inesorabile.
Brillano della luce di un sogno infranto.
Ho preso una matita rossa, quel rosso porpora che tanto ti piaceva.
Ho ricalcato i contorni delle tue labbra.
Ti ho imposto quell'espressione che ormai è svanita dal tuo volto.
Cancellata con rabbia.
Spazzata via con disprezzo.
Quell'espressione che vive come amaro ricordo solo nella mia memoria.
Una lacrima.
Intrappolata.
Si è liberata, ha spezzato le sue fragili catene.
Scivola lenta.
Ingannevole nella sua delicatezza,
Piomba furiosa su di noi.
Immagini,
Suoni,
Profumi,
Si insinuano impetuosi nella mia mente.
Un istante.
Una vita.
Una vita mai vissuta.
Spero.
Prego.
Imploro,
Possa lavar via quel tormento che non mi dà pace.
Di nuovo quel sorriso.
Ora quasi di compassione.
Distolgo lo sguardo arrossendo.
Imbarazzo o vergogna?
Preferisco tacere.
Stai piangendo.
Piccole gocce porpora bagnano il tuo viso.
Ti accarezzo.
Voglio assaggiare il gusto delle tue lacrime.
Io e te.
Uniti in una macchia indistinta e sfuocata.
Sangue e lacrime oscurano i nostri volti.
Il mio respiro diviene quasi un sussurro.
Chiudo gli occhi.
Mi addormento.
Lascio che le tenebre si prendano cura di me.
Mi cullino in quella realtà che è divenuta il mio incubo.


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